SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE
di William Shakespeare
con le musiche di scena per Soli, Coro e Orchestra op. 61 di Felix Mendelssohn Bartholdy
traduzione in versi di Luca Fontana
soprano – Elena Bakanova
mezzo soprano – Aurora Faggioli
con
Oberon/Teseo – Emanuele Vezzoli
Titania/Ippolita – Paola De Crescenzo
Ermia – Federica Vai
Elena – Ilaria Falini
Demetrio – Francesco Gerardi
Lisandro – Davide Gagliardini
Egeo – Paolo Bocelli
Filostrato – Massimiliano Sozzi
Puck – Luca Nucera
Grande Fata – Cristina Cattellani
Peter Quince/ prologo – Gigi Dall’Aglio
Nick Bottom/Piramo – Nanni Tormen
Tom Snout/Muro – Massimiliano Sbarsi
Francis Flute/Tisbe – Carlo Sella
Snug/Leone – Dino Lopardo
Robin Starveling/Chiarodiluna – Gabriele Gattini Bernabò
Fate al servizio di Titania – Silvia Lamboglia, Luisa Mineo, Veronica Niccolini, Giulia Pizzimenti
Orchestra Filarmonica Arturo Toscanini
Coro Giovanile Ars Canto
direzione musicale Noris Borgogelli
direzione teatrale Walter Le Moli
assistenti alla direzione Giacomo Giuntini, Veronica Niccolini
maestro del Coro Gabriella Corsaro
costumi Gianluca Falaschi
luci Claudio Coloretti
produzione Fondazione Arturo Toscanini e Fondazione Teatro Due
si ringrazia per la collaborazione Fondazione Teatro Regio di Parma
Arena Shakespeare
22 e 23 giugno 2017
Speciale 23 giugno: dopo lo spettacolo sarà possibile continuare la serata con una degustazione di tortelli e un bicchiere di vino. Scopri di più.
Sogno di una notte di mezza estate è uno degli esempi più straordinari di incidental music, un capolavoro della drammaturgia “fantastica“ shakespeariana, un testo che mescola mito, fiaba e quotidianità, fonti classiche e patrimonio folklorico inglese in una superba commedia, intrecciato con sapienza e raffinatezza alle musiche di scena scritte per l’opera di Shakespeare da Felix Mendelssohn Bartholdy,
Il linguaggio shakespeariano ha una natura ritmica profonda, nutrita di valori musicali funzionali all’espressione drammatica. Nel Sogno di una notte di mezza estate s’intersecano tre mondi diversi, ciascuno dei quali ha un suo linguaggio specifico: il mondo della tradizione cortese, il mondo degli artigiani che si preparano alla rappresentazione e il mondo del bosco e delle fate.
L’orchestrazione verbale del testo tradotto riproduce al massimo la varietà di valori fonici e la pluralità di media espressivi del testo shakespeariano, intersecandosi perfettamente con le parti musicali composte da Mendelssohn Bartholdy, consentendo una perfetta simbiosi fra le battute recitate dagli attori dell’Ensemble di Fondazione Teatro Due e la musica e restituendo un risultato di autorinnovamento reciproco di musica e poesia.
Il Sogno è un testo che pone una serie di problemi di linguaggio e diversi livelli di lettura –afferma Le Moli – Tutta la vicenda è imperniata su un matrimonio e le coppie presenti nel testo altro non sono che un’unica coppia vista attraverso angolature diverse del loro avvicinamento o della loro vita coniugale. Il Sogno può essere pure interpretato come una grande metafora del teatro nel quale si individuano tre strati: il mondo degli artigiani rappresenta il teatro più “basso” in prosa, nel mondo dei giovani si focalizza la commedia di corte in versi e infine il livello magico del bosco, il teatro colto “della musica e del canto” di Titania, Oberon, Puck e Fate e dove su tutto domina la poesia perché il bosco, l’entrarvi e attraversarlo è metafora della vita.
La metafora dell’accoppiamento vale dunque anche per il teatro, fra il teatro più basso di Bottom e quello più alto di Titania. In questo gioco di mondi che si confrontano e nel gioco delle coppie ci sono varie declinazioni dell’amore, l’amore tradito, l’amore geloso, l’amore furioso, l’amore calmo e l’amore perfetto, e l’amore perfetto è quello che comprende Eros e Thanatos, cioè quello del teatro dove Piramo e Tisbe (che altro non è che “Romeo e Giulietta”) raggiungono la perfezione attraverso la morte.
14 giugno ore 18.30 – Terrazza Shakespeare Cafè
Incontro SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE
Conversazione con Luca Fontana e Luigi Ferrari