Per parlare di teatro si deve parlare di tante cose. Prima di tutto si deve parlare di qualcosa di artigianale, che si costruisce giorno per giorno attraverso quella che gli anglosassoni chiamano “craft”, ossia manualità e operosità unite all’abilità. In questi giorni il Papa ha parlato anche della pace definendola un “fatto artigianale”, e questo ci porta a pensare che se il teatro è luogo di artigianato, allora è e deve essere luogo di pace.
La nuova Arena Shakespeare, con le sue curve rotonde e la luce di cui è inondata da questo sole di maggio, trasmette sicuramente pace. La pace dell’estate, del sole, della bellezza, del teatro. Ma trasmette allo stesso tempo il “craft” di cui ci stiamo occupando per farla vivere e, soprattutto, per viverci dentro. Sì, è questa la sensazione più forte: la voglia di vivere questo nuovo spazio.
Il lavoro è frenetico, i titoli in programma sono tanti e tutti diversi, perché l’essenza di questo luogo tutto da scoprire è proprio la pluralità. L’Arena Shakespeare è plurale: è un teatro greco, in cui andranno in scena due testi classici come I Persiani di Eschilo e Le Rane di Aristofane; ma è anche un teatro dal nome importante, tanto importante che è con Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare che verrà inaugurata la stagione estiva. È luogo di condivisione e di ascolto, e ospiterà tre appuntamenti dedicati alla poesia con il premio Nobel Wole Soyinka, Tony Harrison e tanti altri illustri rappresentanti della più sublime di tutte le arti. È una zona di viaggio, come quello che la compagnia del coreografo Hervé Koubi proporrà alle radici del mediterraneo in uno spettacolo di danza che è anche rito primigenio e indagine all’alba della nostra civiltà. Una civiltà che nasce proprio in luoghi come l’Arena Shakespeare, nelle agorà, come sottolinea il nuovissimo logo ideato ad hoc. Ed è con questo orgoglio che Fondazione Teatro Due in questa estate 2017 consegna alla città l’Arena Shakespeare, e la fa vivere attraverso una stagione piena di teatro, musica, parola e soprattutto partecipazione. Perché il teatro è tante cose, ed è anche una festa. Siete tutti invitati!