Nell’ambito di Reggio Parma Festival
IL MONDO DI IERI
Fra Dio e il Diavolo
Teatro Due, Parma
2 dicembre 2017
dal pomeriggio alla notte
LA NOTTE BIANCA DEI SOVIET
Una settimana dopo la presa del Palazzo d’Inverno, i maggiori artisti ed intellettuali vengono invitati allo Smol’nyj dal Comitato esecutivo dei Soviet. Si presentano in cinque; fra costoro, c’è Vladímir Vladímirovič Majakóvskij. Da questo momento in poi, gli artisti russi intrecceranno, a vario titolo e in vari modi, un rapporto sofferto e fruttuoso con il nuovo potere, dall’atteggiamento di Majakóvskij che entrò nella Rivoluzione come a casa propria, per usare le parole di Šklovskij, o di Gorkij, nominato capo dell’Unione degli Scrittori, all’ambiguo rapporto con lo stalinismo di Bulgakov, passando per la tragica fine di Vsevolod Mejerchol’d.
Fondazione Teatro Due intende aprire una finestra su questo magmatico e ricchissimo momento artistico dedicandogli un’incursione che attraverso testi teatrali, poetici, epistolari, romanzi e manifesti, invaderà il pubblico dal pomeriggio alla notte.
I POETI SULLE MINE
Pastiche poetico-teatrale da Majakovskij e gli altri
con Raffaele Esposito, Orlando Cinque, Anahì Traversi
produzione Fondazione Teatro Due
in collaborazione con Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
Una casa piccola, molti spazi condivisi, praticamente una vita comune. È quella di Osip e Lili Brik, marito e moglie, insieme al poeta della Rivoluzione, l’uomo con una cravatta di camicia e una camicia di cravatta, il cantore delle folle, Majakovskij. Nel fervore della nazionalizzazione, pubblico e privato si fondono in un gorgo che è futuro e passato, teatro e realismo, Rivoluzione permanente e lotta alla burocrazia. L’amore impossibile di un uomo che è stato tutto, una voce potente come 150000000 persone e troppo flebile per strappare l’esclusività alla donna della sua vita. L’universo in un appartamento, su un palcoscenico, in piazza. È in quella casa piccola che si consuma la vita del rappresentante di una generazione che ha dissipato i suoi poeti.
Lenin incoraggiò la partecipazione dell’Intelligencija alla costruzione del nuovo mondo rivoluzionario, in una vera e propria chiamata alle armi delle penne più autorevoli della letteratura nazionale, non meno affilate delle baionette dell’Armata Rossa. Non tutti cantarono all’unisono il peana rivoluzionario…
Autore controverso e provocatorio, Vladimir Vladimirovic Majakovskij, resta una delle voci più potenti della grande fucina artistica sviluppatasi negli anni del ribaltamento politico e culturale della Russia post-zarista, complici gli allestimenti di alcune fra le sue opere teatrali da parte di un Maestro della regia teatrale, Vsevolod Mejerchòl’d.
TRIO KANON
Violino Lena Yokoyama Violoncello Alessandro Copia Pianoforte Diego Maccagnola
musiche di Dmitrij Dmitrievič Šostakovič
Trio per violino, violoncello e pianoforte No. 1 in do minore op. 8
Trio per violino, violoncello e pianoforte No. 2 in mi minore op. 67
LES ADIEUX! PAROLE SALVATE DALLE FIAMME
Ideazione Lisa Ferlazzo Natoli, Gianluca Ruggeri
Regia Lisa Ferlazzo Natoli
Voci recitanti Lisa Ferlazzo Natoli, Fortunato Leccese
Musiche a cura e di Gianluca Ruggeri
Immagini Alessandro Ferroni, Maddalena Parise
Disegno luci Luigi Biondi
Regia, Spazializzazione del suono Giuseppe Silvi
Flauti e Live electronics Elena D’Alò
Bayan Andrea Pennacchi
Viola Costanza Negroni
Percussioni e Live electronics Gianluca Ruggeri
Soprano Galina Ovchinnikova
Un melologo per il nuovo millennio» Les Adieux! Parole salvate dalle fiamme è un incontro di voci recitanti, musica e video. I tre attori si confrontano con un ensemble di quattro strumenti (viola, flauti, bayan e percussioni) Esenin, Majakovskij, Pasternak e Blok, compagni di strada della rivoluzione e dissidenti per posizione, con le loro parole, le loro contraddizioni, le loro morti e i loro esili, sono protagonisti di una traversata da un’epoca a un’altra, un viaggio a ritroso per recuperare radici antiche, trovare in versi e parole il ritmo di tamburi e il refrain di ballate popolari. Schegge d’esecuzioni celebri, discorsi di Lenin, Trotsky e Chrušcëv alla nazione, esperimenti futuristi e canti dell’Armata Rossa si muovono insieme a frammenti di film di Ejzenštejn, materiali d’archivio, riprese live ed elaborazioni video, in un continuum musicale attraverso il quale reinventare associazioni e narrazioni, riportare in vita l’alba di un’epoca e la sua fine, percepirne la folgorante eredità.
LA STANZA DELLA RIVOLUZIONE
Installazione sonora
Voce registrata Elio De Capitani
Adattamento da I dieci giorni che sconvolsero il mondo di John Reed di Silvana Natoli
Paesaggio sonoro Gianluca Ruggeri
Regia del suono Giuseppe Silvi
La musica per gli occhi
Una sezione speciale sarà dedicata ad una retrospettiva sul linguaggio cinematografico russo degli anni ‘10 e ‘20 del secolo scorso, con proiezioni di film, interviste, documentari dei grandi cineasti dell’epoca, che attraverso l’occhio meccanico in costante movimento rivoluzionarono l’approccio al mezzo espressivo futuribile per eccellenza, in un travaso continuo dall’arte alla vita e ritorni, creando una straordinaria musica per gli occhi che esprimesse e documentasse il nuovo cittadino rivoluzionato dal socialismo.
Immagine proveniente dall’archivio di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli.