Dürrenmatt si prende gioco di noi, della nostra vita famigliare, con tutte le armi che gli sono proprie, il sarcasmo, l’ironia che trascolora nel grottesco, il gusto del comico, ma anche la violenza del linguaggio e lo fa prendendo uno dei più formidabili testi di Strindberg, Danza macabra e riscrivendolo dal quel grande costruttore di storie teatrali quale è.
Franco Però
Play Strindberg nasce al Teatro di Basilea nel 1969. La pièce – si racconta – viene composta perché Dürrenmatt era affascinato dalle possibilità interpretative che Strindberg aveva ideato per gli attori nel dramma originale – Danza Macabra-, ma profondamente insoddisfatto delle traduzioni e degli adattamenti esistenti. Così affronta egli stesso quella materia: ed il risultato si rivela molto più di un adattamento. Undici scene, undici round intervallati dal gong, i protagonisti sono in un ring, pronti a combattere, il linguaggio è asciutto e serrato e alimenta il clima d’odio che si crea tra i personaggi (il capitano, la moglie e il cugino/amante).