INTRIGO E AMORE
di Friedrich Schiller
versione italiana di Danilo Macrì
versione italiana di Danilo Macrì
Presidente von Walter, alla corte di un principe tedesco – Stefano Santospago
Ferdinando, suo figlio maggiore – Simone Toni
Maresciallo Von Kalb – Roberto Alinghieri
Lady Milford, favorita del Principe – Mariangeles Torres
Sophie – Daniela Duchi
Wurm, segretario del Principe – Andrea Nicolini
Miller, musicista – Enrico Campanati
Sua moglie – Orietta Notari
Luise, loro figlia – Alice Arcuri
Un cameriere del Principe – Nicolò Giacalone
Un cameriere – Marco Avogadro
Scene e costumi Catherine Rankl
luci Marco D’Andrea
musiche Andrea Nicolini
regia Marco Sciaccaluga
produzione Teatro Stabile di Genova
Spazio Grande
13 e 14 marzo 2018 ore 20.30
Siamo nel Settecento, nella Germania preromantica dello Sturm und Drang. Il nobile Ferdinand, figlio del potente ministro Von Walter, s’innamora ricambiato della borghese Luise Millerin, figlia di un umile violoncellista. Il padre del giovane cerca in ogni modo di ostacolare l’unione e di convincere Ferdinand a sposare la favorita del principe, anche per ottenere una promozione. Il sentimento sincero e profondo del figlio però, non lo fa desistere dal desiderio di sposare Luise. ll ministro dunque, escogita un bieco intrigo, messo in atto con la complicità del suo segretario Wurm (in italiano significa “verme”) che condurrà la vicenda verso un epilogo drammatico.
Scritta nel 1783 quando Schiller aveva solo 24 anni, Intrigo e amore (Kabale und Liebe) è la storia di un legame profondo e impossibile, di una passione indomabile, di intrighi e gelosie, di unioni e duelli, di verità e menzogne, di corruzione e libertà: c’è tutto questo nel dramma di Schiller, il cui nucleo è il conflitto tra il potere tirannico e il diritto alla felicità dell’essere umano, oggettivato nell’incontro-scontro fra due classi, la nobiltà ricca e la piccola borghesia povera.
In pieno “Sturm und Drang”, il giovane Schiller chiama in causa passioni smisurate, spettacolarmente colorate di forti toni teatrali melodrammatici, che non a caso nel secolo seguente offrirono materia per un’opera lirica firmata da Giuseppe Verdi (Luisa Miller), facendo di Intrigo e amore un classico che, riproposto nella nuova traduzione di Danilo Macrì, punta con decisione – per dirla con Ladislao Mittner – a «fondere compiutamente la tragedia politica e quella amorosa, perché erompono da un solo, indivisibile e disperato anelito giovanile di libertà e d’amore».
“Qualche anno fa visitai la casa di Schiller a Weimar. Nella camera da letto dei suoi figli, vidi incorniciati dei disegni infantili. Un disegno in particolare mi commosse: una bimbetta fa una linguaccia e sotto c’è scritto, di pugno di Schiller – La mia bimba abbia una vita nella libertà e che le sia risparmiato il destino di Luise Millerin! – Un padre sogna per la sua bambina un destino di libertà, mentre nella sua testa di poeta drammatico infuria la passione di un destino di schiavitù e ribellione. Guardando quel disegno ho sentito forte la consapevolezza che Arte e Realtà si saldano e si giustificano a vicenda: Intrigo e amore continua a parlarci dalla pace di quella casa borghese di Weimar”.
Marco Sciaccaluga
La mia Luise Millerin (primo titolo della commedia) possiede proprietà che poco si addicono al teatro così come è concepito oggi. Per esempio, la miscela gotica per cui il comico avvicenda il tragico, il capriccio l’orrore. E, malgrado gli sviluppi procedano abbastanza tragicamente, ci sono personaggi e situazioni esilaranti che spezzettano lo svolgimento dell’azione.
Friedrich Schiller