UNA SOCIETÀ MIGLIORE DOPO LA PANDEMIA
GIUSEPPE REMUZZI
Direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri
Covid-19: la scienza qualche volta sbaglia ma sa anche correggersi
coordina l’incontro
Oberdan Forlenza, Presidente Fondazione Teatro Due
ARENA SHAKESPEARE
1 luglio, ore 21:00
Giuseppe Remuzzi si è laureato in Medicina e Chirurgia a Pavia nel 1974 e si è specializzato presso l’Università di Milano in Ematologia Clinica e di Laboratorio e in Nefrologia Medica.
Dal 1996 al 2013 ha ricoperto l’incarico di Direttore del Dipartimento Pubblico ‐ Privato di Immunologia e Clinica dei Trapianti di Organo (collaborazione tra Ospedali Riuniti di Bergamo e Istituto Mario Negri), dal 2011 al 2015, Direttore del Dipartimento di Medicina e dal 1999 al 2018 è stato Direttore dell’U.O. di Nefrologia e Dialisi dell’ASST Giovanni XXIII di Bergamo. A giugno 2015 è stato nominato Professore di Nefrologia per chiara fama presso l’Università Statale di Milano. Dal 2016 è componente della Consulta Tecnica Permanente per i Trapianti e della Commissione “Ricerca e Innovazione” del Ministero della Salute (2014) e da febbraio 2019 è membro del Consiglio Superiore di Sanità. Ha affiancato al lavoro clinico in Ospedale un’intensa attività didattica e di ricerca. Da quando l’Istituto Mario Negri ha aperto la sua sede a Bergamo, nel 1984, il Prof. Remuzzi ha coordinato tutte le attività di ricerca della sede di Bergamo dell’Istituto e dal 1992 del Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare “Aldo e Cele Daccò di Ranica” (BG). Da luglio 2018 ricopre il ruolo di Direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”.
La sua attività scientifica riguarda soprattutto le cause delle glomerulonefriti, i meccanismi di progressione delle malattie renali, il rigetto del trapianto. Con un approccio innovativo le sue ricerche hanno permesso di aumentare il numero dei trapiantati. Gli studi più recenti riguardano le possibilità di rigenerare i tessuti e creare organi in laboratorio utilizzando cellule staminali. È stato l’unico italiano ad essere membro del Comitato di redazione delle riviste The Lancet e New England Journal of Medicine (1998 ‐ 2013 giugno). Dal giugno 2013 fino marzo 2015 è stato presidente della International Society of Nephrology (ISN). Ha lanciato ed è stato creatore del progetto globale ISN 0 by 25: nessuno deve morire per una forma curabile di insufficienza renale acuta entro il 2025.
Il prof. Remuzzi è autore di oltre 1500 pubblicazioni su riviste internazionali e di 17 libri, ed è editorialista del Corriere della Sera.
La pandemia ha fermato il lavoro, rapporti sociali e personali, la voglia di stare insieme e crescere.
Il mondo del teatro ha pagato e sta ancora pagando un prezzo molto alto, con la chiusura degli spazi, l’immobilita degli attori, soprattutto con la perdita del contatto tra persone, cittadini.
È un prezzo in termini di crescita collettiva, civile e culturale.
Questo è quanto è successo e nessuno era consapevole, quindici mesi fa, di quanto lungo sarebbe stato il tunnel e quanto forte il prezzo da pagare.
Possiamo ora sperare di essere – se non ora tra non molto – fuori dalla pandemia. E forse una prima riflessione è possibile.
Potremo avere un mondo migliore dopo la pandemia? Vogliamo fortemente crederlo.
Ma occorre capire quanto il nostro mondo è cambiato in questi mesi e come potrà ancora cambiare, nei rapporti internazionali e politico-economici, nell’organizzazione e nell’accesso alla cultura, nei nostri rapporti con la scienza.
Per questo, abbiamo ritenuto utile proporre una serie di riflessioni con eminenti personalità della scienza, della cultura, della politica e del diritto. Perché possano offrirci una valutazione fuori dall’ansia e prima che la quotidianità con le sue esigenze prenda il sopravvento.
Si tratta di incontri brevi e diretti, caratterizzati da alta competenza e franchezza. Potremo dialogare e porre e porci domande, per comprendere cosa deve e può cambiare, in definitiva cosa occorre fare per avere una vita migliore.
Oberdan Forlenza