Gigio Brunello

MACBETH ALL’IMPROVVISO

SPAZIO SHAKESPEARE
29 e 30 novembre, 1 dicembre 

loghi rpf arena 2024

dramma in due atti per burattini liberamente tratto da W. Shakespeare

di Gigio Brunello e Gyula Molnár

con Gigio Brunello

regia Gyula Molnár

Il burattinaio si scusa con il pubblico: il Macbeth non andrà in scena a causa di contrattempi dovuti alla costruzione dei nuovi burattini. Al posto della tragedia farà una commedia servendosi delle maschere della Commedia dell’Arte e della stessa baracca che lui aveva ideato per il Macbeth. Non una commedia qualunque ma L’emigrante geloso, un inedito di Carlo Goldoni. Lo spettacolo inizia con Arlecchino recalcitrante e offeso che approfittando dei momenti di distrazione del burattinaio guida la rivolta: metteranno in scena Macbeth, proprio loro, i comici dell’Arte. Il primo a farne le spese sarà il burattinaio, il re Duncan che sta in baracca.

Il testo, scritto a quattro mani è strutturato in due atti: Primo atto. Il gioco letterario fa affiorare dagli archivi goldoniani personaggi e battute in libera uscita. Il melanconico tessitore che in Una delle ultime sere di carnevale abbandona Venezia per emigrare nelle Russie, qui diventa il tipografo Rodolfo Barbieri che ingiustamente perseguitato fugge nelle Americhe. C’è Federigo Rasponi alle sue calcagna, il quale per una sorta di nemesi storica, si vendica del ruolo di protagonista assente ne Il servitore di due padroni proiettando la sua ombra sinistra sulla scena dell’Emigrante geloso. Pantalone scopre di avere un figlio, il Lelio de Il bugiardo, ma un equivoco fatale lo fa incontrare con la morte nel momento stesso del ricongiungimento. Con la rivisitazione letteraria, s’incrociano anche i dialoghi del complotto in atto dietro alle quinte e questo introduce situazioni farsesche e di teatro nel teatro. Secondo atto. Si utilizza una sintesi del testo shakespeariano senza alterare la forza evocatrice e la poesia della parola. L’attenzione è tutta sul percorso, senza via di scampo, di Arlecchino-Macbeth incontro al suo destino.

ph. Stefano Ferretti Montecosaro

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