IL TEATRO DELLA COSTITUZIONE

valori e principi

con il coordinamento di
Oberdan Forlenza
Presidente di sezione del Consiglio di Stato, Presidente Fondazione Teatro Due

un progetto di Fondazione Teatro Due e Università di Parma

TEATRO DUE
ottobre / dicembre

7 ottobre
LIBERTÀ DI RICERCA DALLA COSTITUZIONE AL LABORATORIO
Elena Cattaneo
Senatrice a vita

16 ottobre
IL PRINCIPIO DI PARI OPPORTUNITÀ NELLA COSTITUZIONE
Gabriella Palmieri Sandulli
Avvocato Generale dello Stato

22 ottobre
L’EQUILIBRIO DEI POTERI
Stefano Passigli
già Ordinario di Scienza della politica nell’Università di Firenze, Senatore e Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio

28 ottobre
PER UN LAVORO DIGNITOSO
Tiziano Treu
già Ordinario di Diritto del lavoro, Parlamentare, Ministro del lavoro e Presidente del CNEL

5 novembre
IL PRINCIPIO DI LEGALITÀ DALLA COSTITUZIONE ALL’AMMINISTRAZIONE
Filippo Patroni Griffi
Giudice costituzionale

18 novembre
IL DOVERE DI OSSERVARE LA COSTITUZIONE E LE LEGGI
Giovanni Melillo
Procuratore nazionale antimafia

4 dicembre
IL VALORE DELLA SOLIDARIETÀ
Sergio Cofferati
già Segretario generale della Cgil ed Europarlamentare

10 dicembre
IL PRINCIPIO DI UGUAGLIANZA E LE SUE VIOLAZIONI
Luigi Ferrajoli
Professore Emerito di Filosofia del Diritto nell’Università di Roma Tre

11 dicembre
LA LIBERTÀ DELL’ARTE
Nicola Piovani
Musicista Premio Oscar

Conosciamo veramente la nostra Costituzione?
Meglio ancora: al di là della conoscenza specifica delle sue singole norme, quanto sappiamo dei valori che essa accoglie, conserva e traduce in principi per il legislatore, ma soprattutto per il nostro agire quotidiano? Li consideriamo parte naturale del nostro essere cittadini?
Noi crediamo di sì.
Nonostante episodi che sembrano porsi con essa in contrasto, manifestazioni più o meno accese di intolleranza, aree di diseguaglianza e di offesa alla dignità del cittadino e del lavoratore, azioni più o meno consapevoli che sembrano mettere in crisi la libertà di manifestazione del pensiero, ciò nonostante crediamo che la nostra comunità rispetti e si senta protetta dalla Costituzione, la senta come cosa propria, come un insieme di valori condivisi e non alienabili.
Leggiamo molto, in questi ultimi tempi, di “crisi della democrazia”, iscritta da alcuni in una più generale “deriva dell’Occidente”, di cui la prima sarebbe uno degli indicatori più evidenti.
Già l’opinabilità, se non l’inafferrabilità di questi lemmi e di ciò che con essi si intende designare, inducono ad estrema prudenza; soprattutto consigliano di non confondere eventuali momenti di passaggio e mutamento degli assetti storico-sociali – e ciò che questo comporta, anche solo in termini di disagio o di crisi, ma anche di rifiuto e positiva reazione – con presunti mutamenti epocali, perdita di identità e riconoscibilità, spaesamento culturale, rassegnazione.
Non sappiamo, dunque, se l’evocazione delle “crisi” sia più o meno fondata; abbiamo però la sensazione (o forse una cauta speranza) che il momento attuale di confusione percepita trovi in ciascuno di noi un riferimento sicuro nei valori e nei principi della Costituzione.
E comunque, se crisi c’è o ci fosse, non c’è nessuna arca su cui salire e trovare riparo, attendendo da spettatori che il diluvio (o semplicemente la pioggia) passi.
Occorre, invece, rafforzare, se del caso recuperare, gli aspetti salienti della nostra cittadinanza attiva: rileggendo la Costituzione, attualizzando e coltivando i valori da essa accolti e ribaditi, declinandone i principi “come singoli e nelle formazioni sociali” di cui siamo partecipi.
L’eredità dei nostri Costituenti risulta quanto mai viva, preziosa, e se mai esiste un profilo identitario della nostra comunità, esso va ricercato lì, nella Costituzione, tra le grandi affermazioni di principio e le pieghe dei suoi articoli, con la sensibilità del cittadino e la lente del giurista.
È proprio per questo che abbiamo ritenuto utile proporre una rilettura – quasi una “ripetizione” – di quelli che sono i valori fondanti della Carta costituzionale, di ciò che disegna la nostra “forma repubblicana”; forma non discutibile (come ci ricorda l’art. 139 della Costituzione), e che non è semplicemente un assetto dello Stato, ma un insieme coerente di valori e principi non modificabili in cui tutti ci riconosciamo.
Abbiamo chiesto di discuterne non solo a giuristi, ma a persone di varia provenienza ed esperienza, che possano dare, anche alla luce della propria biografia, dei propri studi e delle proprie attività la propria lettura della Costituzione.
Li ringraziamo e speriamo che l’iniziativa incontri l’interesse di molti, e che, dopo di loro, altri amici possano proseguire la riflessione con ancora altri incontri.
Un’ultima riflessione, anzi una spiegazione del titolo prescelto.
La circostanza che questi incontri si svolgono in un teatro non è – o non è solo – la ragione del titolo.
“Il Teatro della Costituzione” vuole, da un lato, evocare il disegno del grande spazio dei valori acquisiti e difesi dalla Costituzione e dei principi che essa esprime, tentandone non tanto di delinearne i confini, quanto di percepirne l’orizzonte.
Dall’altro lato, vuole essere proprio un richiamo al teatro, come luogo originario di declinazione e rappresentazione della democrazia, come luogo di riconoscimento della comunità e rispetto dell’altro.
E se questi incontri potranno creare, in molti o in pochi, consapevolezze nuove, una più avvertita declinazione del nostro essere cittadini, una rinnovata fiducia nella nostra Costituzione, una voglia di migliorare e, se necessario, di cambiare ciò che non va, che con essa non è coerente, ebbene: non sarà stato tempo perso.

Oberdan Forlenza

ph. Andrea Morgillo