LA CLASSE DEI DIAVOLETTI E IL CAPRO ESPIATORIO

Performance dal vivo
a cura della 
Fondazione Famiglia Sarzi
PICCOLA SALA

Maria Antonietta Centoducati, Gianni Binelli, Sabina Ressia burattinai
Ovidio Bigi variazioni musicali e accompagnamento dal vivo
Simona Gollini burattini e scenografie

Tutti i Diavoletti in coro
(dando schiaffi a Pierina ad libitum):
Grigliata di capretta!
Schifosa puzzolente,
Dal suo sederino,
Faremo la salsiccia [..]

(La classe dei diavoletti e il capro espiatorio, di Yuval Avital)

 

Lo spettacolo La classe dei diavoletti e il capro espiatorio vede protagonista la Fondazione Famiglia Sarzi che ha accettato con entusiasmo l’invito di Reggio Parma Festival e di Yuval Avital. Un’esperienza importante che ha dato la possibilità di collaborare con Fondazione Teatro Due nell’ambito del grande progetto che coinvolge i 3 teatri delle due città emiliane. Le performances che attraversano varie forme artistiche, collegate dalla direzione di Yuval Avital, hanno costituito un’esperienza complessiva di grande ricchezza per la Fondazione Sarzi.
A dare la voce ai burattini sono gli attori Gianni Binelli, Maria Antonietta Centoducati e Sabina Ressia; le musiche saranno eseguite dal Ovidio Bigi al pianoforte.  Il lavoro si è svolto in totale sinergia con l’artista che ha realizzato il testo, ha scritto le musiche dello spettacolo, ha  seguito le prove presso la Fondazione,  ha suggerito le “intenzioni “agli attori. I burattini, realizzati dalla burattinaia Simona Gollini, sono identici al disegno di Avital a cui si ispira il testo medesimo.  Il messaggio è forte e autentico: il bullismo tra i bambini esiste, è crudele, è spietato e, a volte, la vittima soccombe nell’indifferenza di tutti. I segni distintivi dell’opera dell‘artista israeliano sono presenti fin dall’inizio della breve messinscena (della durata di circa 20 minuti) in cui la bambina Pierina, piena di gioia e di entusiasmo, sogna di fare un film con i suoi amici Dudi e Gegi, quegli stessi amici che si riveleranno poi indifferenti e crudeli fino a decretare la fine tragica della gioiosa Pierina. Un lavoro commovente e poetico realizzato con il massimo rispetto delle scelte stilistiche dell’artista.

Fondazione Famiglia Sarzi

21Aronne poserà entrambe le mani sul capo del capro vivo, confesserà su di esso tutte le colpe degli Israeliti, tutte le loro trasgressioni, tutti i loro peccati e li riverserà sulla testa del capro;
poi, per mano di un uomo incaricato di ciò, lo manderà via nel deserto. 
22Così il capro porterà sopra di sé tutte le loro colpe in una regione remota, ed egli invierà il capro nel deserto.
(Lv 16,21-22)

 

I segni di selezione vittimaria non manifestano la differenza in seno al sistema, bensì la differenza al di fuori di esso, la possibilità per il sistema di differenziarsi dalla propria differenza, cioè di non differenziarsi affatto, di cessare di esistere in quanto sistema.
Lo si vede bene a proposito delle infermità fisiche. Il corpo umano è un sistema di differenze anatomiche. Se l’infermità, anche accidentale, inquieta, è perché trasmette un’impressione di dinamismo destabilizzante. Sembra minacciare il sistema in quanto tale. Si cerca di circoscriverla, ma non si può; essa sconvolge attorno a sé le differenze, che si fanno mostruose, precipitano, precipitano, si comprimono, si mescolano e, portate al loro limite estremo, minacciano di cancellarsi. La differenza esterna al sistema è terrificante, poiché fa intravedere la verità del sistema, la sua relatività e fragilità, la sua mortalità.
(René Girard, Il capro espiatorio)

 

Proprio perché il bullismo ha una dimensione drammaturgico­ relazionale, sembra di fatto rappresentare un bisogno di identità,
di assunzione di un ruolo,
di vera e propria smania di integrazione deviante nel contesto dei pari
non dissimile da altre forme di socializzazione deviante.

(Bartholini, I., Marcantonio, C. (2007). Il bullismo: la violenza fra pari come modello emergente della relazione. RES. RICERCA E SVILUPPO PER LE POLITICHE SOCIALI., RES. RICERCA E SVILUPPO PER LE POLITICHE SOCIALI(n. 2/2007), 67-84.)

FONDAZIONE FAMIGLIA SARZI
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La Fondazione Famiglia Sarzi, Bagnolo in Piano (RE), nasce nel 1996 per volontà di Otello Sarzi con la finalità di tutelare e valorizzare il patrimonio artistico della Famiglia Sarzi, teatranti e burattinai da generazioni. La Fondazione promuove laboratori creativi, produzione e promozione di spettacoli di teatro di figura ed eventi di carattere culturale, rivolta alle scuole e alla cittadinanza. Dal 21 Giugno 2019, il nuovo percorso museale La casa dei burattini di Otello Sarzi illustra la storia, l’attività e il pensiero di questa famiglia di teatranti che con Otello Sarzi e la sorella Gigliola, è divenuta protagonista del teatro di figura nazionale e internazionale.