Leïla Ka
MALDONNE
SPAZIO GRANDE
26 ottobre
coreografia Leïla Ka
interpreti Leïla Ka, Jane Fournier-Dumet, Jennifer Dubreuil Houthemann, Zoé Lakhnati, Jade Logmo
assistente alla coreografia Jane Fournier-Dumet
creazione luci Laurent Fallot
regia luci Clara Coll Bigot
regia del suono Rodrig De Sa
produzione CENTQUATRE-PARIS, Cie Leïla Ka
produzione delegata CENTQUATRE-PARIS
coproduzione La Garance – Scène nationale de Cavaillon, Théâtre Malakoff – Scène nationale, Théâtre d’Angoulême – Scène nationale, Théâtre de Suresnes Jean Vilar – festival Suresnes Cités Danse 2024, Centre Chorégraphique National d’Orléans – direction Maud Le Pladec
nell’ambito di l’Accueil-studio, Centre Chorégraphique National – Ballet de Lorraine direction Petter Jacobsson dans le cadre de l’Accueil-studio, Les Quinconces et L’Espal – Scène nationale du Mans, Espaces Pluriels – Scène conventionnée d’intérêt national Art et création – Danse de Pau, La Manufacture – CDCN Nouvelle-Aquitaine Bordeaux/La Rochelle, La Passerelle – Scène nationale de Saint-Brieuc, Fondation Royaumont, Espace 1789 – Scène conventionnée d’intérêt national Art et création pour la danse de Saint-Ouen (en cours)
sostegno economico Le Quatrain – équipement culturel de Clisson Sèvre et Maine Agglo, Ville de Gouesnou – Centre Henri Queffélec
mecenate Caisse des Dépôts
aiuto alle residenze Fondation Royaumont / Fondation d’entreprise Hermès
In scena, abiti. Da sera, da sposa, da camera da letto, da tutti i giorni, da ballo. A paillettes, lunghi, a sbuffo, aderente, troppo grandi. Abiti che volano, che brillano, che si spezzano, che girano, che si trascinano o cadono. Abiti stile impero, con stecche, di quelli che ballano il valzer su Leonard Cohen o abiti piangenti, cuciti male, leggeri, senza ferretti, annodati sul ventre. E poi ancora abiti soli, ribelli, che giocano su un sottofondo di basso elettronico.
In scena sono cinque donne che indossano questi abiti.
Cinque che sudano perché sono vive.
Leïla Ka
Dopo aver danzato nel celebre May B di Maguy Marin, Leïla Ka si è affermata realizzando una trilogia composta da Pode Ser nel 2018, C’est toi que on adore nel 2020 e Se faire la belle nel 2022, lavori che l’hanno proiettata nell’olimpo della danza contemporanea francese ed europea. Maldonne è il suo primo lavoro corale, ode colorata e senza tempo alle serate tra ragazze, a partire dagli antichi ginecei ai pigiama party di Hollywood. La coreografa veste e sveste, in ogni senso della parola, le fragilità, le rivolte e le molteplici identità indossate da cinque interpreti con quaranta abiti di ogni foggia, forma e colore, per tentare un’esplorazione del femminile.
Con la sua scrittura coreografica disegnata a fior di pelle, lavorando su angoli acuti ed emozioni taglienti, afferma un punto di vista molto personale sulla storia delle donne, lasciandosi trasportare dalla musica di Shostakovich o dalle canzoni di Lara Fabian. Tra fusione e distacco, adesione e rifiuto, Leïla Ka realizza una fuga femminista follemente emancipatrice.