LA PERSECUZIONE E L’ASSASSINIO DI JEAN-PAUL MARAT RAPPRESENTATI DAI RICOVERATI DEL MANICOMIO DI CHARENTON SOTTO LA GUIDA DEL MARCHESE DI SADE

di Peter Weiss

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Il primo allestimento del testo di Peter Weiss La persecuzione e l’assassinio di Jean-Paul Marat rappresentati dai ricoverati del manicomio di Charenton sotto la guida del Marchese di Sade diretto da Walter Le Moli fu nel 1985 al Teatro Due di Parma. L’opera, nell’unica traduzione italiana di Ippolito Pizzetti si avvaleva dell’esecuzione musicale dal vivo de Le quattro stagioni da Il Cimento dell’Armonia e dell’Inventione. Opera VIII di Antonio Vivaldi nell’interpretazione di Fabio Biondi con l’Accademia Filarmonica Renzo Martini.
Realizzando un imponente progetto unico nel suo genere, Walter Le Moli innestò uno dei capolavori della drammaturgia del Novecento sulla folgorante partitura vivaldiana, dando così una funzione di primaria importanza drammatica non solo alla musica, ma alla presenza dell’Orchestra in palcoscenico.

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Con un cast di oltre quaranta attori e musicisti lo spettacolo diede vita alla lucida rappresentazione di una realtà che, come scrisse Weiss, voleva gettare una luce sul “confronto tra Marat e Sade come conflitto dell’individualismo portato alle estreme conseguenze e idea della rivoluzione politica e sociale”.
Il lavoro, di raffinata incisività, ebbe un secondo allestimento nel 1986 a Parigi presso la Maison Culture 93 Bobigny con un cast francese che fra gli altri annoverava attori del calibro di David Warrilow (Marat), Daniel Emilfork (Sade), Evelyne Didi (Corday), André Wilms (Banditore), Michèlle Goddet (Simonne Evrard). Tanta fu la risonanza dello spettacolo che quando, sempre nel 1986, l’emittente televisiva tedesca ZDF realizzò un film sul Teatro Due di Parma, dedicò ampio spazio alla versione italiana di Marat-Sade.

Nel 2005 Marat-Sade fu riallestito, con la produzione di Fondazione Teatro Due, Teatro Stabile di Torino e Teatro di Roma – e con l’esecuzione delle Quattro Stagioni di Vivaldi dell’Orchestra Europa Galante diretta da Fabio Biondi – andando ancora un po’ oltre: il testo di Weiss fu inserito nella partitura vivaldiana, come un vero libretto d’opera (pubblicato nel catalogo dello spettacolo). Marat – Sade divenne un grande esperimento di melo-dramma in cui gli attori erano invitati a un inedito recitar-cantando secondo il ritmo imposto dalle note.

ph. Maurizio Buscarino e Tommaso Le Pera

In occasione della messa in scena del 2005 Walter Le Moli scrisse:

“Avvertivo da tempo la necessità di tornare ad affrontare il testo di Peter Weiss La persecuzione e l’assassinio di Jean-Paul Marat rappresentati dai ricoverati del manicomio di Charenton sotto la guida del Marchese di Sade, opera che considero tra le più belle del Novecento, oggi assurta a ruolo di “classico”. In quest’opera, come ne L’estetica della resistenza dello stesso Weiss, è presente una tematica capace di superare l’afflato militante in cui il testo è nato (frutto di un preciso momento storico) per affrontare i temi di una complessa digressione filosofica, dove la tematica dell’agire e del precipitare diventa azione predominante. Nel testo la Forma acquista il valore di struttura in cui il segno estetico è valore etico: Forma e Sostanza paiono fuse in una concezione d’assoluta e stupefacente avanguardia. Peter Weiss struttura questa altissima disputa in forma di Sacra Rappresentazione, una specie di Messa – il rituale supremo – con coro, officiante, agnello sacrificale e il rito eterno del sangue che si trasforma in parola e la parola in sangue.

La nostra società ha in sé l’attenzione per il concetto di Forma: il rituale esiste in Occidente anche se diverso, per struttura e scopi, da quello Orientale. Quando venne rappresentata per la prima volta l’opera di Weiss la violenza sottesa al rito esplodeva nel finale e deflagrava in quella che “abitualmente” consideriamo la pazzia. Ma oggi non possiamo evitare di vedere che la Follia è il Potere: appartiene più al tollerante Direttore Coulmier che non ai ricoverati di Charenton. I pazzi, raccontati da Weiss, non sono che fantasmi: non sappiamo chi sono, come si chiamano, non sappiamo nulla neanche del paziente che deve interpretare Marat… Gli unici “veri”, autentici personaggi in questa storia di follia, sono proprio Sade e il Direttore. E la storia, allora, non può che essere raccontata dal punto di vista del Marchese: Sade assume allora il ruolo di Dio, è colui che dà le parti, che scrive le parole da interpretare, che le impone agli altri e contemporaneamente pone domande e attende risposte come se gli uomini avessero davvero il libero arbitrio. Di fronte alla follia, del Potere, o meglio all’attuazione della profezia sulla tolleranza repressiva del Potere, quel che resta agli uomini è l’esecuzione di compiti senza alcuna partecipazione. Per Weiss, gli attori devono operare su un triplice piano d’azione. Per prima cosa sono attori che recitano la parte degli attori che recitano la parte del “paziente” senza nome del manicomio di Charenton che recitano quella del “personaggio” che il paziente interpreta sotto la guida del Marchese De Sade. Ma la follia non risiede più nell’agitazione dei ricoverati, non è nel disturbo sociale da reprimere, contingentare, incanalare. Non è più proponibile l’agitazione recitata. La follia è altrove…

Ho preferito non insistere sulle turbolenze dei malati ma ingabbiare tutto e tutti in una super-struttura rigida e rigorosa in uno spazio in cui sono dichiarati ed evidenti i luoghi deputati della sacra rappresentazione, l’Inferno e il Paradiso. Marat-Sade è la “monumentalizzazione” del teatro politico e quindi immaginato in forma di Teatro Musicale. Il testo di Weiss è chiuso nella camicia di forza de Le quattro stagioni, tratte da Il cimento dell’armonia e dell’inventione, Opera VIII di Antonio Vivaldi, nell’esecuzione magistrale dell’Ensemble Europa Galante, diretta da Fabio Biondi. Se Le quattro stagioni rimandano alle quattro stagioni dell’uomo, della vita, della natura, della Rivoluzione, se sottili e intriganti legami esistono tra la figura del “prete rosso” Vivaldi e quella del “divin Marchese” de Sade, se vi sono rimandi allo storico allestimento di Brook, alla crudeltà, il tema del “doppio”, se l’attore diventa macchina al servizio di un’altra macchina – la Macchina Musicale – la pazzia assume allora l’ineluttabile colore dell’assenza.”

ph. Maurizio Buscarino e Tommaso Le Pera

Peter Weiss

MARAT – SADE

La persecuzione e l’assassinio di Jean-Paul Marat rappresentati dai ricoverati del manicomio di Charenton
sotto la guida del Marchese di Sade
traduzione Ippolito Pizzetti

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Antonio Vivaldi

Le Quattro Stagioni

da “Il Cimento dell’Armonia e dell’Inventione” – Opera VIII

CAST 1985

Sade Giancarlo Ilari
Jean-Paul Marat Roberto Abbati
Charlotte Corday Laura Cleri
Banditore Silvano Pantesco
Simonne Evrard Cristina Cattellani
Monsieur Coulmier Giancarlo Andreoli
Duperret Gianni Valle
Jaques Roux Giorgio Tavlaridis
Cucurucu Carlo Cantini
Kokol Sergio Filippa
Rossignol Rosalba Guidi
Polpoch Pino L’Abbadessa
Paziente Elvira Pallone
I Suora Milena Metitieri
II Suora Francesca Mora
III Suora Giovanna Pattonieri
IV Suora Lidia Boni
V Suora Cristina Parisi
Moglie di Coulmier Rossella Farina
Figlia di Coulmier Cecilia Morelli
Pazienti, Guardiani, Pubblico

violino solista Fabio Biondi
1° violino Silvia Falavigna
2° violino Lamberto Cadoppi

viola Davide Di Fazio
violoncello Maurizio Naddeo
contrabbasso Paolo Cocchi
cembalo Francesco Baroni

Scene Gigi Dall’Aglio
Costumi Bruno Stori

Adattamento musicale Alessandro Nidi
Luci realizzate da Claudio Coloretti
Trucchi realizzati da Graziella Galassi

Regia Walter Le Moli

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CAST 2005

Sade Giancarlo Ilari
Jean-Paul Marat Roberto Abbati
Charlotte Corday Paola De Crescenzo
Banditore Davide Livermore
Simonne Evrard Cristina Cattellani
Monsieur Coulmier Paolo Bocelli
Duperret Marco Toloni
Jaques Roux Alessandro Loi
Cucurucu Maurizio Rippa
Kokol Sergio Filippa
Rossignol Roberta Sferzi
Polpoch Pino L’Abbadessa
Paziente Roberta Cortese
Suore Tania Rocchetta, Francesca Ciocchetti, Alessandra Tomassini, Irene D’Agostino, Chiara Tomarelli
Moglie di Coulmier Silvia Trentini
Figlia di Coulmier Valentina Virando
Guardiani Santija Bieza, Arianna Belloli, Vanessa Dassù, Shiy Jang, Elena Rolla, Giacomo Sivelli
Pazienti Sergio Bertolini, Anna Bocchi, Raffella Cesari, Norma Ferrari, Remo Fontana, Biagio Giovanni Manente, Mario Rossini 

esecuzione dal vivo Europa Galante
direttore e violino solista Fabio Biondi

violino Raffello Negri
violino Andrea Rognoni
viola Stefano Marcocchi
violoncello Maurizio Naddeo
violone Francisco Josè Monteiro
clavicembalo Fabio Bonizzoni
tiorba Giangiacomo Pinardi

Scene Tiziano Santi
Costumi Nullo Ricchetti realizzati da Giovanna Avanzi
Regia Luci Claudio Coloretti
Regia Suono Paul Bergel

Ideazione e regia Walter Le Moli

MARAT-SADE, di PETER WEISS (1985)

in streaming dal 4 al 7 luglio 2020

MARAT-SADE, di PETER WEISS (2005)

in streaming dal 4 al 7 luglio 2020

I CATALOGHI

marat-sade catalogo 1985
marat-sade catalogo 2004
ph. Maurizio Buscarino e Tommaso Le Pera

MARAT-SADE – edizione francese (febbraio/marzo 1986 – MC93 Bobigny, Parigi)