MEDEASSOLO S-CONCERT
di Valentina Banci
da Seneca
SPAZIO SHAKESPEARE
riprogrammato
22 gennaio / 7 febbraio
con Valentina Banci
traduzione Paolo Magelli
musiche Arturo Annecchino
produzione Fondazione Teatro Due
Tutto è già accaduto, il più terribile degli atti commesso, ogni cosa perduta. Medea in questo soliloquio per voce e batteria che si intreccia con le musiche originali del maestro Arturo Annecchino, è una donna oltre il dolore, alla quale ho cercato di restituire quella umanissima disperazione che l’atto orribile dell’assassinio dei propri figli ci impedisce di considerare. E benché sia impossibile da perdonare, dando voce alle sue lacrime, ho sentito con chiarezza che ogni essere umano lasciato solo, lontano dalla sua cultura, esule in terra straniera, ripudiato, odiato e al quale sono strappati brutalmente i sogni più grandi, può perdersi e finire in un buio tale da non credere più neppure nell’amore più grande, quello di madre. Perché Medea è anche e soprattutto la tragedia dell’abbandono, dell’esclusione e dell’esilio. Ed è in questo senso che troviamo questo mito sempre pronto a parlarci profondamente e a ricordarci che in fondo, come ci dice Jaques Lacan, “Medea siamo noi”.
Valentina Banci
A differenza della lettura che aveva dato Euripide di una Medea sconfitta e disperata per il tradimento dell’amato Giasone, che la abbandona per sposare Creusa, figlia di Creonte re di Corinto, la Medea di Seneca è travolta dalle fiamme dell’ira, è presa dal furor della vendetta in un crescendo di follia. Il tradimento che Medea ha subito non è solo quello d’amore, ma è molto più profondo, è quello di un ideale esistenziale, e nel testo di Seneca emerge la frattura psicologica che la porta alla follia. Facendosi abitare dai personaggi, di cui diventa quasi una vera e propria medium, Valentina Banci in MedeAssolo scende nel dramma di una donna e, uscendo dal cliché della maga vendicatrice, restituisce una Medea più moderna, più vicina alla nostra sensibilità.