Machiavelli è considerato il fondatore del pensiero politico moderno, ma con la Mandragola è anche l’autore della più bella commedia italiana di sempre. L’eccezionalità del caso Machiavelli ha radici nella sua capacità di contemperare la tradizione umanistica con la grande letteratura volgare fiorentina, che ebbe proprio in lui l’ultimo grande esponente. Ma erano anche necessari un’intelligenza degli uomini e delle cose affilatissima, la passione per la conoscenza dei comportamenti umani nella vita politica e nella quotidianità, non disgiunta da un temperamento beffardo disposto a dissacrare qualsiasi valore. E tuttavia, se Machiavelli non fosse stato estromesso nel 1512 dalla Cancelleria, probabilmente non avremmo avuto né il teorico politico (i Discorsi, il Principe) né l’autore della Mandragola, della Clizia e di quel piccolo capolavoro che è l’Epistola della peste, solo di recente restituitogli. Paradossalmente sono state le sfortune politiche a fare di Machiavelli uno dei giganti del nostro Rinascimento.
Pasquale Stoppelli
Venerdì 17 gennaio 2020 si è tenuto il primo incontro organizzato da Fondazione Teatro Due intorno a Mandragola. Il prof. Pasquale Stoppelli ha analizzato l’eccezionale capacità di Machiavelli di contemperare la tradizione umanistica con la letteratura volgare fiorentina. Durante l’incontro ha parlato anche dell’Epistola delle peste, attribuita di recente a Machiavelli proprio da lui. Con un linguaggio quasi pre-cinematografico, nell’Epistola, che nel corso dell’incontro è stata letta da Walter Le Moli, Machiavelli si autorappresenta in una sorta di viaggio attraverso la Firenze violentata dalla malattia.