Per A da B
Prima che cominciassimo le riprese di Principi e Prigionieri, mi avevi suggerito La lanterna magica di Bergman e, tra quelle pagine gonfie di accelerazioni e risacche come solo la vita, ho trovato tanto di ciò che stavamo cercando. Parlando di un attore molto amato, Bergman lo definiva un Principe e un Prigioniero del teatro, un artista incappato in un imbroglio paradossale. Era la strada giusta e da quel giorno abbiamo fatto un lavoro enorme, lavorando e immaginando per ore e poi scovando materiali insperati e straordinari della storia di Teatro Due. Negli anni eri diventato confidente, alleato, amico di molti attori dell’Ensemble. Questo vantaggio ti ha permesso di avvicinarti con saggezza per raccontare la loro unicità. Era il tuo modo, la tua urgenza: sapersi raccontare e indagare sempre gli altri, anche a costo di essere molto scomodo. Il documentario andrà in onda questa sera alle 22.45 su Rai5 e immaginavamo tutto molto diverso. Amedeo, gli dei sono stati invidiosi e hanno fatto della nostra vita un sol boccone. Hanno divorato tutto e spalancato l’abisso. Ogni giorno mi sveglio pensando di non avere più niente. Ho lasciato la nostra casa e trovato riparo tra i nostri amici, i miei genitori e la famiglia del teatro. Eri un uomo bellissimo, a te mi affidavo, eri l’uomo che desidero avere accanto. Questo nostro ultimo lavoro parla di teatro ma, soprattutto, di quanto la condivisione, la determinazione, l’osservazione, lo studio e l’immaginario poetico compongano le vite di ciascuno di noi.
Lucrezia Le Moli Munck