con Manuela Mandracchia e Paolo Serra
Molto rumore per nulla , con Manuela Mandracchia
Un tempo, nel palazzo di Messina vivevano due fanciulle, i cui nomi erano Ero e Beatrice: Ero era la figlia e Beatrice la nipote di Lionato, governatore di Messina. Beatrice era di temperamento vivace, Ero aveva un carattere più serio…
Il mercante di Venezia, con Paolo Serra
Un tempo viveva a Venezia Shylock l’ebreo, un usuraio che aveva accumulato un’immensa fortuna prestando denaro ai mercanti cristiani e facendosi pagare interessi esosi. Shylock era disprezzato da tutte le persone buone, in particolare da Antonio, giovane mercante di Venezia…
I Racconti da Shakespeare, nella loro forma insolita e così interessante, sono uno scorcio sulla vastissima drammaturgia shakespeariana in chiave di narrazione, di storia, di avventura. Senza perdere nulla delle tensioni al loro interno, le trame dei testi teatrali vengono tradotte in una lingua semplice, adatta a tutti, e che arriva al cuore delle vicende create dal Bardo.
La parola diventa, quindi, il vettore attraverso cui l’attore presenta se stesso e il racconto a un pubblico vicinissimo, in un rapporto immediato (cioè privo di mediazione) e di confidenza. Paolo Serra con Il Mercante di Venezia e Manuela Mandracchia con Molto Rumore per Nulla porteranno lo spettatore attraverso le storie e i mondi di Shakespeare.
Paolo Serra, che in questo momento sta interpretando il ruolo di Banquo nel Macbeth con la regia di Luca De Fusco, ha esplorato più volte i personaggi Shakespeariani, sia nelle tragedie che nelle commedie, e afferma che nell’esperienza di un attore è fondamentale confrontarsi con questo grande autore. Anche perché i temi, i problemi e le vicende shakespeariani sono spesso molto attuali, molto presenti nella nostra vita. È il caso del racconto che leggerà al pubblico, Il Mercante di Venezia, in cui il tema della discriminazione è assolutamente primario: Shylock (che Serra ha interpretato proprio qui a Fondazione Teatro Due in un monologo diretto da Carmelo Rifici all’interno del progetto Pocket Shakespeare) si chiede se sia possibile pensare che un altro essere umano, per quanto diverso per religione, cultura o colore della pelle, non provi i piaceri, i dolori e le emozioni nello stesso modo in cui li proviamo noi. E per quanto i Racconti, concepiti in origine come uno studio su Shakespeare e come materiale divulgativo per le giovani generazioni, in qualche modo rendano più difficile scavare all’interno di tutti gli argomenti di cui ogni magnifica opera di Shakespeare è piena, ciò che è interessante per un attore è esplorare il mezzo del racconto per veicolare una storia nel modo più diretto possibile, non senza qualche “aggiunta” di brani dal testo teatrale originale.
Molto in confidenza con il mondo del reading e della narrazione è Manuela Mandracchia, che interpreterà Molto Rumore per nulla, una commedia brillante e piena di colpi di scena, in cui le vicende di Benedetto e Beatrice si mescolano con le avventure degli uomini di Don Pedro in casa di Leonato. Dopo aver lavorato con Salveti per uno spettacolo itinerante su Romeo e Giulietta (che cita come un esempio di quanto Shakespeare sia sempre nuovo e non smetta mai di stupire) e dopo aver recitato in As you Like it, Mandracchia ha intrapreso un lungo percorso di analisi e ricerca sulle fonti shakespeariane, e lo ha portato in scena proprio sotto forma di reading e letture performate. Anche per questo è affascinata dall’idea di usare i Racconti come un grimaldello per superare quella parte un po’ inafferrabile del teatro di Shakespeare, che comunque noi fruiamo attraverso la traduzione, e che nelle complicate trame dei suoi testi può far perdere lo spettatore. In questa forma, che si libera delle strutture e dalle convenzioni del teatro elisabettiano per arrivare a un linguaggio semplice e diretto, un’avventura tragicomica come Molto Rumore per Nulla esprime anche le sue sfaccettature più drammatiche, come la (finta) morte della protagonista Ero, che invece nella messa in scena vera e propria vengono spesso sovrastate dalle trovate brillanti di Benedetto e Beatrice. Merito della potenza del mezzo narrativo, di una vicinanza tra attore e spettatore, di una storia resa in modo molto originale dai fratelli Lamb.